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NEL CIMITERO DI IMÉR

Vennero tumulati, rispettivamente nel mese di maggio e giugno 1917, nel cimitero civile di Imèr, SZIPÖTZ Rudolf, viennese di anni 30 già dell’84° Regg. Fanteria, 12ª Compagnia, ed UNZINN Emerich, 84° Regg. Fanteria, 132ª Compagnia, nativo di Rott Neusidl (Austria), di anni 19, ambedue morti, in seguito a ferite in battaglia presso le Buse dell’Oro (Buse de Lori), all’ospedale da campo n° 0131 in località Insòli di Mezzano.
Szipötz Rudolf fu sepolto con gli onori militari.
L’amico Floriano Nicolao di Imer rinvenne, in seguito ad una tumulazione nel cimitero, la bara del caduto Szipötz e la targhetta sulla quale era stato scritto: «SZIPÖTZ Rudolf - esercito nemico - 25.05.1917».
L’esercito nemico non era di certo l’austroungarico, ma quello che aveva invaso la nostra terra primierotta.
I caduti dell’esercito italiano, già sepolti nel cimitero civile di Imèr, vennero traslati, come afferma Nicolao (vedi Voci di Primiero n° 8 - 1994), in parte nel Sacrario militare di Feltre, altri nei paesi d’origine.
Qui, nel cimitero civile di Imèr, rimase caporal maggiore del 60° Regg. Fanteria, FRANCHI Luigi milanese, caduto il 23 ottobre 1917. Una lapide con enfasi lo ricorda nell’angolo ad Est del cimitero.

In collaborazione con Floriano Nicolao ed Lapide Imerottenuto il consenso da parte del Comune di Imèr, il Centro Studi Storici - Primiero, ha provveduto nel mese di luglio, da poco trascorso, a far fissare una lapide sulla facciata della cappella cimiteriale di Imèr al fine di ricordare i due caduti dell’esercito austroungarico tuttora sepolti a Imèr.
Ilario Simion artista di Mezzano, ha gratuitamente prestato la sua opera ed effettuato la fissazione della lapide. E’ un punto d’onore, a ottant’anni, dalla loro morte, il ricordare i due caduti austroungarici, che accomuna Imèr, Mezzano ed il Centro Studi Storici - Primiero che mi è dato di presiedere.
Il rammentare i nostri caduti della 1ª Guerra Mondiale è atto doveroso, indice di civiltà, pegno di riconoscenza per quanti, al servizio della Patria, caddero sulle nostre montagne. E, sottovoce, si può orgogliosamente ripetere: la Patria non vi ha dimenticati!

Luciano Brunet
Vd. “Voci di Primiero” nr. 8 - settembre 1995 pag. 3

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