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Mezzano a Primiero


SAN SILVESTRO
STORIA E LEGGENDE

Tratto dall’affissione antistante la chiesa

San SilvestroLa presenza di un’antica chiesa sulla rupe all’ingresso della valle di Primiero affonda le sue radici nella storia e nella leggenda. Il dato certo è che fin dal XIII secolo questa chiesina divenne un luogo simbolico importante per l’identità della valle.

The presence of a church, from times long ago on the rocky crag above the entrance to the Primiero valley, has its past deep in history and local legends. One thing is certain, that at the end of the 13th century this church became a symbolic place, important to the identity of the valley.

Leggende e ipotesi
Forse la rupe su cui sorge la chiesetta accoglieva un luogo di culto precristiano, o forse fu un punto di osservazione militare per garantire il transito sicuro di truppe nell’antichità. Gli statuti della comunità di Primiero del 1367 stabilirono che sul colle di San Silvestro non era possibile tagliare alberi o costruire ripari. Una sorta di bando che confermava San Silvestrola sacralità o per lo meno l’importanza collettiva del luogo.
E forse proprio la venerazione per San Silvestro andò a soppiantare un precedente culto per una divinità silvana. La leggenda di fondazione racconta che la chiesetta doveva essere costruita in una posizione più comoda e facilmente raggiungibile, ma più volte i sassi accumulati nel luogo prescelto sparirono misteriosamente. Finché qualcuno non scoprì che erano in alto, sulla rupe del Monte Totoga, lì ove il santo voleva fosse edificato il santuario. La comunità così si adeguò.
Un’altra leggenda ottocentesca narra di un boscaiolo incatenato, trascinato da Caoria verso Primiero da due gendarmi. Si proclamava innocente, ma era accusato di omicidio. Quando il gruppetto, superato passo Gobbera, fu in vista della chiesa di San Silvestro, il giovane prigioniero invocò il santo, proclamando ancora una volta la propria innocenza. Miracolosamente gli caddero le catene e fu liberato; a conferma di ciò si custodiscono nella chiesa come ex voto le catene dell’accusato.

L’archeologia
Le indagini archeologiche realizzate nel 1996 hanno stabilito che l’edificio si è sviluppato secondo diverse fasi di ampliamento: dalla costruzione del Duecento, attraverso l’ingrandimento cinquecentesco fino alle forme attuali, che risalgono all’Ottocento.
Lo scavo San Silvestrodel pavimento dell’aula ha riservato notevoli sorprese. Sono state trovate 260 monete, le più antiche delle quali provengono da una rocca veronese e risalgono al XII secolo; tra quelle di pregio, una moneta d’argento di una rocca di Merano, coniata durante il governo di Mainardo II, nel Trecento.
E’ stata pure scoperta una tomba scavata nella roccia che forse ospitò le spoglie del fondatore della chiesa.
Il sagrato, circondato da un muro di cinta, fu realizzato solo più tardi, a partire dal Quattrocento, per accogliere con comodità i fedeli. Prima la chiesa si protendeva ardita sullo sperone roccioso.

Il culto e i riti
La Chiesa è da sempre meta di processioni rituali delle comunità di valle. Ora il ritrovo consueto è fissato per il primo maggio, ma i più decisi la raggiungono anche in occasione della festa del patrono, il 31 dicembre, pure in presenza di neve. Il lunedì di Pasquetta è riservato agli abitanti del Vanoi.
Fino San Silvestro all’Ottocento le processioni rituali documentate nel corso dell’anno erano almeno sei. A San Silvestro si veniva soprattutto l’estate, per “chiedere il sole”, necessario per l’essicazione del foraggio, sovente resa difficile dai picchi di piovosità che si registrano tra luglio e agosto.
Questo luogo solitario e isolato era ideale come romitorio. Nel Seicento è qui attestata la presenza di un eremita, Cristoforo Segatta di Vigolo Vattaro, che ottenne gli fosse preparata una cella adeguata, per superare in loco pure i rigori invernali. Il vescovo impegnava gli abitanti di Imer e Mezzano a sostenere l’eremita anche con viveri, dato che gli era proibito allontanarsi dalla chiesa per elemosinare più di 15 giorni l’anno.

Le opere d’arte
All’interno la chiesa è abbellita da un affresco cinquecentesco ben visibile nell’antico catino abituale: raffigura il Cristo in San Silvestrogloria con gli evangelisti sotto le spoglie simboliche di animali, pur nascosti dallo scialbo: l’aquila che rappresenta san Giovanni, l’angelo San Matteo, il vitello San Luca e il leone San Marco. Ogni animale è sormontato da un cartiglio, che riproduce l’inizio del rispettivo vangelo. Il dipinto è opera di Rocco Naurizio di Borgo Valsugana. La famiglia Naurizio lavorò anche in altre chiese di Primiero, riproducendo nelle absidi sempre lo stesso motivo. link Così pure la chiesa di San Giovanni sopra Mezzano, quella di San Giacomo nella campagna di Tonadico e quella di San Martino a Fiera sono affrescate con il medesimo tema.
Un intero ciclo pittorico dedicato a Giorgio è invece solo intuibile sotto l’altare, perché ricoperto in buona parte da intonaco. Fu realizzato nel Cinquecento dal pittore bellunese Marco da Mel (1540).
La pala d’altare secentesca riporta la scena del battesimo dell’imperatore Costantino San Silvestroda parte del Santo papa. La leggenda narra che l’imperatore si fosse ammalato di peste e, disperato, si fosse rivolto a San Silvestro per guarire. Solo dopo il battesimo la lebbra scomparve. Il racconto tende a rivalutare l’azione di un pontefice che storicamente si confrontò con un imperatore romano molto determinato e capace di intromettersi in questioni squisitamente ecclesiastiche e teologiche. Il dipinto è opera del fiemmese Antonio Zeni.


link La Via Imperiale

link Gallery

link Altro su San Silvestro
da Wikipedia

link Le Chiese del Primiero
da girovagandointrentino.it

 

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