A questo punto viene effettuato congiuntamente con l´esercito prussiano, un tentativo di riconquistare le posizioni perdute, ma tra il 23 ottobre ed il 2 novembre ha inizio, invece, la seconda ritirata.
Le truppe austro-ungariche si attestano al Sud sui Monti Carpazi, all´Ovest poco lontano da Cracovia.
Cadono, nel frattempo
Il 13 dicembre con la battaglia di Limanova ritorna la speranza nell´esercito austro-ungarico, l´idea di poter superare e sconfiggere l’armata russa.
Si combatte a Tarnów, a Krosno e Radlow.
La contrapposte armate si attestano tra Gorlice, Nowy Sącz e Lisko.
Ha inizio come una sosta dei combattimenti, una tregua invernale, ma Primiero piange per altri caduti:
Tra il 27 febbraio 1915 ed il 10 marzo inizia un´offensiva austro-ungarica. Si riconquista Sekowa presso Gorlice. Cadono:
Ai primi di maggio 1915 ha luogo la decisiva battaglia di Gorlice e la sconfitta dell´esercito russo che, poco a poco, è costretto a ritirarsi e, di seguito, ad abbandonare per sempre la città fortificata di Przemyśl che aveva riconquistato nel mese di marzo 1915.
Cadevano nel contempo:
Circa duecento sono i Primierotti sepolti nei cimiteri della Galizia ed il loro censimento non è ultimato.
Al rimpianto dei Primierotti (vecchi, donne e bambini) per la partenza dei loro cari verso il fronte galiziano, s’aggiunse, tra il 1914 ed il 1915, la disperazione, il cordoglio delle madri e delle spose per le notizie delle morti di soldati in Galizia.
E, nel mese di maggio del 1915, allora che, dopo la cruenta battaglia di Gorlice, la sconfitta dell’esercito russo avrebbe segnato la fine della guerra, ci fu il voltafaccia del governo Italiano che da alleato con l´Austria, si schierò dall’altra parte.
E fu l´apertura d´un nuovo fronte di guerra.
Il 23 maggio 1915 - domenica di Pentecoste - il governo italiano dichiara guerra all’Austria. La nostra Valle, l´indifeso confine del torrente Mis, vengono invasi dalle truppe italiane.
Il 26 maggio le prime avanguardie del II Regg. Bersaglieri scendono della Val Uneda a Transacqua, Tonadico e Fiera.
Timidi soldati italiani entrano nei paesi della Valle dove anziani, donne e bambini pensavano ai propri morti in Galizia ed ai combattenti sul fronte lontano.
Si possono solo immaginare il sentimento offeso, l’amarezza d´un incontro con un esercito invasore indesiderato, una presenza militare che precludeva ogni rapporto con la Patria, che non permetteva giungessero notizie dal fronte galiziano. Nulla. Silenzio. La gente di Primiero soffriva in silenzio.
Il 5 giugno 1915 in paese a Mezzano ed Imer giungono i soldati del 58° Regg.to Fanteria.
Nella ritirata dalla Valle di Primiero delle ultime truppe austriache e dei gendarmi, anche taluni uomini politici - pochi per la verità - di Fiera, impropriamente chiamati regnicoli, furono allontanati ed internati a Katzenau sul grande fiume presso Linz.
Il 20 Luglio 1915 fu la volta dei Caorioti.
La popolazione di Caoria, poco tempo dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia contro l’Austria venne a trovarsi tra due fronti.
Scrive Ferruccio Romagna nel suo libro “La Valle del Vanoi”:
«All’alba del 20 luglio numerose pattuglie di militari austriaci svegliarono bruscamente le persone che si trovavano sui masi di Refavaie ed ordinarono loro di partire immediatamente per Val di Fiemme.
Una partenza cosi improvvisa significava per molti la crudele e lunga separazione dai famigliari che quella mattina erano a Caoria o in altri masi».
Questi primi profughi furono fatti partire a piedi per Ziano e Predazzo; e poi, sul treno, trasportati a Mitterndorf nei pressi di Vienna.
A Mitterndorf, provenienti da 150 paesi del Trentino, dall´Istria e prigionieri russi, morirono quasi 2.000 persone. Caoria ricorda le sue 35 persone decedute a Mitterndorf. Nel cimitero civile di Mitterndorf una semplice tomba ed una lapide ricordano Giuseppe Loss deceduto nel 1919. Era questi Ispettore Generale del Campo profughi e nipote di Luigi Negrelli.
Nell’autunno del 1915 , a causa della vicinanza del fronte di guerra, furono internate a Canal San Bovo provenienti da Caoria altre persone.
«Il 20 dicembre - scrive ancora Ferruccio Romagna - giunse l´ordine di evacuare Caoria; lo recarono di porta in porta soldati e carabinieri venuti appositamente da Feltre durante la notte... I profughi furono avviati a Imer e da qui, su carrette ed automezzi, a Primolano; poi, con il treno, a Isola Vicentina, dove si fermarono due mesi... Nel febbraio del 1916 metà delle famiglie vennero trasferite nella Liguria e le altre nelle Toscana».
Questi profughi sarebbero tornati a casa solo nel mese di aprile del 1919.
Durante il mese di maggio del 1916, in attesa della spedizione punitiva austriaca, l’esodo forzato da Primiero continuò coinvolgendo tutta la Valle di Primiero. I profughi dovettero raggiungere le più disparate località tra le quali: Firenze, Napoli, Avellino, Isernia, Manduria. Il loro ritorno a Primiero poté aver luogo solamente tra agosto e settembre 1916.
E giunge il 5 novembre 1917, la disfatta dell´esercito Italiano a Caporetto, l’abbandono dell´esercito Italiano della nostra Valle.
Il curato di Mezzano, don Cipriani, annota:
«Aspettiamo gli Austriaci - 7 Novembre - Tutta la popolazione è riversata sulle vie. Alle 9 circa arrivò la prima pattuglia composta di 4 uomini.
Li salutammo, noi sacerdoti, e i principali del paese. Aspettammo poi sullo stradone altre pattuglie.
L’entusiasmo nella popolazione era profondo, sebbene non si fosse manifestato chiassosamente.
Si approntarono bandierine gialle e nere, portate da qualche scolaro».
Il 9 novembre parte da Fiera di Primiero un messaggio. È scritto:
“A Sua Maestà l´imperatore Carlo - Vienna.
L’intera popolazione del distretto di Primiero oltremodo felice ed esultante pel ritorno del suo legittimo Governo esultante al grazioso suo Sovrano i più rispettosi ossequi e ringraziamenti; professandosi sempre fedeli sudditi dell’Imperiale Casa d´Asburgo”.
Lezione tenuta dal Maestro Luciano Brunet
quale Presidente del Centro Studi Storici Primiero,
presso la Scuola Media “Luigi Negrelli” di Fiera di Primiero
il giorno 17 febbraio 1999
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