Dopo l’entrata in guerra dell’Italia ben presto il Primiero passò in mano italiana. La popolazione primierotta non impegnata in guerra e non sfollata nel cuore dell’Impero cominciò a patire di fame e stenti, soprattutto i più deboli. La lettera a seguire è la richiesta di una donna madre di 7 figli del sussidio che le spetterebbe in quanto il marito è stato “rapito” dagli austriaci per combattere nei “bersaglieri immatricolati”, ovvero gli Standschützen tirolesi. La donna lamenta di non aver avuto il sussidio promesso e una nota posta dal funzionario sul documento si chiede se poi «è stato forse assegnato il sussidio?».
Di seguito il documento originale (presso l’Archivio di Stato di Trento) e il testo trascritto. Si ringrazia Mario Moser per l’invio della copia.
Compitissimo Signor Commissario Civile pel distretto politico di Primiero
Fiera
La firmata Teresa Bonetti moglie di Luigi di Fiera prega l’Egregio Signor Commissario a voler prendere in considerazione la miserabilissima sua famiglia, i suoi 7 teneri figli tutti sotto l’età di quindici anni.
Mio marito che a stento poteva procurarci da campare coll’arte di falegname; egli è stato ingannamente rapito dagli austriaci; apparteneva ai bersaglieri immatricolati; il giorno 21 maggio scorso se ne partì senza che a me potesse lasciare un quattrino.
Io alla meglio, e colla carità del prossimo ò campato stentamente fino a quì; guadagno non ne posso avere, quando si pensa che devo io sola curare le mie tenere creature.
Sono disperata: Non trovo persona che mi aiuta!
Mi era stato suggerito di presentare a suo tempo domanda per avere qualche sussidio, l’ho fatta, e da quanto ho potuto arguire sembra che alle famiglie dei bersaglieri immatricolati nulla si passò di sussidio.
Invoco pietà e misericordia all’Illustrissimo Signor Commissario sapendola caritatevole che conosce e considera la miseria altrui.
Non ho che la forza di sperare in leiObb.ma serva
Teresa Bonetti
(Fiera di Primiero li 14 agosto 1915)
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