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Storie

L’imprenditore “ostile”

Luigi Trotter

L’internamento nel cuore dell’Italia toccò tutte le più diverse classi sociali. Uomini e donne di tutti i giorni e di tutte le età, bastava un sospetto o una denuncia per venire esiliati lontani da casa per anni, non si sa in quali condizioni di vita. È anche questo il caso del quasi sessantenne Luigi Trotter di Siror, imprenditore primierotto. Considerato tenacemente legato all’amministrazione austriaca, a lui è stata attribuita la frase «Piuttosto che cedere il Trentino all’Italia sarebbe stato meglio distruggerlo» in commento all’offerta dell’Imperatore Francesco Giuseppe di cedere all’Italia l’attuale provincia di Trento (escludendo comunque il Primiero) in cambio della non entrata in guerra dell’ex alleato. Questa frase venne riportata ai militari italiani al momento dell’occupazione e costò a Luigi Trotter l’internamento.

In seguito, il documento originale e il testo trascritto. Se ci sono degli errori di trascrizione non esitate a link segnalarcelo.

Originale presso l’Archivio di Stato di Trento
Si ringrazia Mario Moser per l’invio della copia


Fiera di Primiero lì 22 luglio 1917

2ª Divisione provvisoria autonoma
Carabinieri Reali
Compagnia di Fiera di Primiero

Risposta al foglio del 27 Giugno
Divisione R.N. 252.
Oggetto: TROTER Luigi fu Pietro - Domanda di rimpatrio

Con riferimento al foglio cui si risponde, si ha 1’onore di significare alla S. V. Ill/ma. quanto segue;

TROTTER LUIGI,

fu Pietro e fu Teresa Partel, nato il 20 Settembre 1858, imprenditore di lavori, fu internato nel Regno il 20 Giugno 1915 per disposizione del Comando della 15^ Divisione, per sospetto di spionaggio e per i suoi sentimenti spiccatamente ostili alla nostra causa.
Difatti, il TROTTER, quale imprenditore, escludeva gli operai professanti sentimenti favorevoli all’Italia.
Nell’Aprile 1915, allorchè la stampa si occupò della cessione del Trentino all’Italia, lo stesso, con altri, promosse una petizione, che fece firmare da parecchi cittadini della conca di Fiera di Primiero e di Canal S. Bovo, allo scopo di far conoscere alle Autorità politiche di quel tempo, la loro opposizione per la cessione del Trentino e vuolsi che tale suo sentimento di forte attaccamento all’Austria, gli abbia fatto pronunciare le parole di “Piuttosto di cedere il Trentino all’Italia sarebbe stato meglio distruggerlo”.
Questi sono i precedenti politici dell’uomo, più conosciuti che non quelli di qualche altro di eguali sentimenti, dato il carattere suo più aperto che gli concedeva di manifestare, con gli atti e con le parole, senza alcun ritegno, il suo lealismo al passato regime.
Il provvedimento di rigore adottato a carico di lui, ha, senza dubbio fatto, conoscere a queste popolazioni, come le Superiori Autorità Militari, abbiano voluto mostrarsi inflessibili nel mantenere la misura dell’internamento, più che non sia stato praticato per qualche altro, attualmente rimpatriato.
L’internamento, quindi, non fu la conseguenza di invidie o di odi locali che abbiano messo in cattiva luce il TROTTER alle nostre Autorità Militari nei primi tempi della occupazione. Esso fu, invece molto opportuno e servì egregiamente ad allontanare un elemento, dall’ambiente cittadino, che per l’ascendente goduto, avrebbe potuto influire, mantenendo latente un senso di malcontento nella popolazione e, dato il suo carattere, avrebbe potuto assurgere a critico delle nostre operazioni militari e di ogni atto della nostra amministrazione.
Questo Comando, tenuto conto dell’età del TROTTER, della sua cagionevole salute, della durata dello internamento, oltre due anni, e della efficacia che, inevitabilmente, ha avuto nei riflessi della popolazione, ritiene che lo scopo del provvedimento sia stato raggiunto, e, a tal punto da poter essere revocato.
Pertanto, esulando dal TROTTER ogni grave sospetto specifico, nonché generico, da farlo ritenere elemento di pregiudizio per 1’attività militare e politica dell’esercito operante, questo Comando ritiene di considerare oggi la sua posizione con nuova mitezza e clemenza e in tal senso esprime parere favorevole pel suo rimpatrio a Fiera di Primiero.

IL CAPITANO
Comandante la Compagnia
De Marinis



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