A Primiero esisteva da molti anni, prima ancora della Grande Guerra 1914-1918, un casino di bersaglio, ove si esercitavano i bersaglieri immatricolati, cioè iscritti nell’apposita matricola (libro), un’associazione privata e sostenuta fortemente dalla Regione (il Tirolo e la dieta di Innsbruck) e dall’apparato militare.
A Primiero esisteva inoltre una società di veterani, come in altri luoghi del Trentino, istituita nel 1898. (1)
Vi erano inoltre, stagionalmente, alcuni reparti di Landesschützen (poi Kaiserschützen), bersaglieri provinciali. Era un corpo d’élite reclutato solo in Tirolo che nel 1914 fu impiegato sul fronte orientale. L’11 agosto 1914 vennero mobilitati a Primiero 19 bersaglieri per essere adibiti a servizio di guardia. In seguito divennero una compagnia intera, articolata in 3 plotoni, per la fine di settembre 1914 sotto comando del Capitano Leo Dall’Ago.
Il primo maggio 1915, in previsione dell’apertura delle ostilità tra l’Impero Austro Ungarico e l’Italia, vennero richiamati anche gli Standschützen di Primiero, che dovevano presentarsi a Predazzo. Ebbero in dotazione l’uniforme (quella “di pace” dei Kaiserjäger), con una piccola aquila tirolese sulle mostrine prestarono giuramento alle loro bandiere. I primierotti, assieme ai fiemmesi, facevano parte del battaglione STS Cavalese, articolato all’epoca su 4 compagnie, con il suo reparto comando con a capo il Maggiore di Cavalese Paolo Hafner I Comp. Predazzo, II Comp. Cavalese, III Comp. Anterivo, IV Comp. Primiero.
La compagnia di Primiero era comandata dal capitano Leo (o Leone) Dall’Ago nato nel 1874, di professione impiegato, e dal tenente Engelbert Ober, meccanico di Fiera nato nel 1871.
Di tutti questi STS, mobilitati già il primo maggio 1915, solo quelli di Primiero (la compagnia contava 55 uomini e 4 cavalli, oltre gli ufficiali) vennero trattenuti in servizio a Predazzo. Gli altri comandi militari avevano già stabilito di abbandonare la valle di Primiero agli italiani. I primierotti non poterono più rientrare alle loro case e famiglie, se non dopo il 1918. Primiero venne occupata dagli italiani già il 25 maggio 1915 con reparti provenienti dall’agordino.
Intanto tutto il battaglione di STS Cavalese (compresa la compagnia di Primiero) fu richiamato parte a Cavalese e parte a Predazzo per il 19 maggio. Vennero distribuite le armi e munizioni, oltre alle tende e altro equipaggiamento. Seguirono due giorni di esercitazioni militari ed un nuovo giuramento. In totale il battaglione contava 636 uomini, 24 ufficiali, 82 sottufficiali e 530 soldati.. In caso di guerra tutto il battaglione aveva l’ordine di schierarsi a difesa del suo territorio; in pratica sulla catena montuosa del Lagorai e ad est di Cavalese.
La compagnia di Primiero, all’inizio di luglio, era schierata sulla forcella Lagorai tra la cima Lagorai e il Stellon delle Sute, adibita al trasporto di materiali e alla costruzione di baracche.
Verso la fine dell’agosto 1915 venne dislocata nella Valle di Sadole, con il compito di costruire strade e camminamenti verso il Passo Sadole e Cima Caoriol. In questa circostanza venne costruita anche la fontana presso la malga. La compagnia STS di Primiero venne sciolta nell’autunno, in quanto dopo il congedo della classe più anziana, non vi era più il numero di uomini necessario per formare una compagnia. I rimanenti STS vennero assegnati alle altre tre compagnie di cui seguirono le sorti. Rimasero sul fronte di Fiemme fino al novembre 1917 e furono trasferiti in Val Giudicarie fino all’estate 1918, tornarono a Fiemme nel settembre 1918, per poi smobilitare.
La vicenda degli STS di Primiero separati dalle loro famiglie fu sicuramente drammatica.
Scrive L. Dalponte:
«All’indirizzo degli uomini della compagnia di Primiero sono rivolte alcune espressioni di ammirazione da parte dello storico del battaglione STS di Feldkirch; Karl Kelz... osserva che i suoi uomini conoscevano lo stato d’animo dei combattenti di Primiero, la loro nostalgia e preoccupazione per le famiglie abbandonate. Li stimavano perché, a due passi da casa, sui loro monti, nessuno di loro tentò di disertare. Ne ammiravano la correttezza, la bravura e l’onesta».
Il 16 novembre 1918 ben 497 reduci dell’esercito Austro Ungarico di Primiero vennero censiti con l’inganno, arrestati come prigionieri di guerra ed inviati in Isernia da cui vennero rilasciati il 31 gennaio 1919.
Queste notizie sono ricavate da Maria Piccolin, bibliotecaria a Moena, da ricerche fatte da mons. Dalponte, da Briciole di storia di cronaca e momenti di vita fiammesi di C. Degiampietro, da Standschützen di Wolfgang Joli, di Tiroler und Voralberger K.K. Stanschutzen Formationen im ersten Weltkrieg.
L’associazione Storico Culturale Recuperanti chiede scusa se nel riportare il racconto sul n° 1 del 2004 sono stati menzionati soprannomini persone.
(1) Luciano Brunet
“Così senza pretese”
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Pubblicato su “Mezzano in-forma ”, anno 4 n° 1
pagg. 15 e 16, del Dicembre 2004
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