«Con l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria-Ungheria si fece più evidente la scelta di quanti idealmente avevano sostenuto in Trentino la causa di unificazione italiana. Tra i fuoriusciti prima e dopo la dichiarazione di guerra del 24 maggio 1915 alcuni si arruolarono con l’esercito italiano.
A partire dall’inizio degli anni venti la Legione trentina cominciò a pubblicare sul proprio bollettino i nomi di quanti avevano combattuto nelle fila italiane. Una lapide posta sull’esterno di palazzo Thun in via Belenzani a Trento elenca i trentini che caddero per la causa nazionale italiana a partire dalle campagne del Risorgimento fino all’impresa di Fiume (1848-1920).
Secondo lo schedario dell’associazione ed il conteggio eseguito dal prof. Sergio Benvenuti i volontari aderenti alla Legione trentina che combatterono nel corso del primo conflitto mondiale sul fronte italiano furono 859: di questi, sempre secondo la stessa fonte, 103 caddero sul campo e 29 morirono per cause di guerra.
Questo conteggio è stato, peraltro, contestato poiché assai discutibili sono apparsi i criteri adottati dalla Legione trentina per accettare l’iscrizione dei propri associati».
Così la “Legione Trentina” è raccontata dal Museo Storico di Trento. Durante la guerra c’era poca alternativa: occorreva schierarsi con gli uni o con gli altri, e sperare che le sorti del conflitto avessero esiti positivi in tal senso, per evitare periodi oscuri anche in periodo di pace. Le conseguenze della “scelta”, per cuore o per convenienza, bussarono infatti anche dopo la fine della guerra: i vincitori poterono così “scrivere la storia” ufficiale da insegnare a scuola e punire ed epurare (sic!) chi era stato “dalla parte sbagliata”, parafrasando De Gregori.
Di seguito un Memorandum della Legione Trentina, da poco costituitasi, rivolta alle autorità del “nuovo” Trentino. Anticipando l’opera sistematica di “purificazione” del Trentino Alto Adige del Fascismo. (m.d.)
In seguito, il documento originale e il testo trascritto. Se ci sono degli errori di trascrizione non esitate a segnalarcelo.
Si ringrazia Mario Moser per l’invio del documento
LEGIONE TRENTINA
Associazione fra i Trentini
combattenti nel R. Esercito
Trento, 10 Aprile 1919
MEMORANDUM SU L’OPERA DI EPURAZIONE
AL POPOLO TRENTINO, ALLE AUTORITÀ
I volontari trentini, nell’imminenza della sospirata annessione ufficiale all’Italia, di fronte alla sfacciata invadenza di certa gente indegna resa possibile solo dall’eccessiva biasimevole tolleranza del pubblico e conseguente spiegabile acquiescenza dell’Autorità, ritengono un dovere riaffermare completo il loro pensiero su una questione che tanto appassiona e preoccupa l’animo dei patriotti.
Essi sentono di additare in tal modo la sola via che possa condurre alla concordia duratura, necessaria nel nostro paese e da tutti sinceramente auspicata.
La nostra gente, sia che partecipasse ardentemente alla lotta nazionale, sia che, assillata dalle necessità e dalle strettezze della vita, non si occupasse di politica, era e si sentiva tutta nell’intimo dell’animo profondamente italiana: questa coscienza videro prorompere in commossa esultanza i soldati d’Italia convergendo su Trento e riveste d’un aspetto sinceramente italiano tutte le manifestazioni del popolo nostro.
La tenace italianità della gente trentina non potendo in nessun modo essere posta in dubbio, possiamo con tutta franchezza denunziare ed affrontare un male già verificatosi dal resto in passato - e in proporzioni anche più gravi - nelle altre nobilissime regioni d’Italia che conobbero l’oppressione austriaca.
Esistono delle persone che, per pochezza d’animo, o perché nate e cresciute nell’aulico ossequio all’autorità, costituita, o per interesse, hanno offeso il sentimento del nostro popolo mostrando ostentatamente il loro attaccamento agli Absburgo; degli individui che 1’austrofilia esasperarono fino al disprezzo ed all’odio per quanto era italiano, taluno giungendo fino a manifestare la propria gioia per un rovescio delle armi nostre, tal altro scendendo fino all’obbrobrio di chiedere “1’onore” di combattere al fronte italiano. Accanto a questi ultimi, esiste un numero per fortuna limitatissimo di esseri abbietti, strumenti coscienti dell’oppressione straniera, che, per lucro, per vendetta, o per altri turpi moventi, emularono la ferocia degli sbirri austriaci.
Questi individui non possono restare impuniti: ogni generosità, ogni clemenza suonerebbe ingiuria a quanti hanno sofferto per aver amato la patria, sarebbe considerata segno di debolezza dalla stessa gente indegna.
Non rappresaglie chiedono i volontari trentini, sibbene quella giusta sanzione che i colpevoli stessi attendono:
per gli austriacanti, freddezza da parte del pubblico, esclusione dalle Associazioni, eliminazione dai pubblici uffici o trasferimento in altra regione;
per i rinnegati, per i disonesti, per i fiduciari dell’Austria, per le spie, per i vermi della società, il disprezzo della pubblica opinione, il boicottaggio da parte dei cittadini, l’esclusione da qualsiasi impiego pubblico e privato.
Compiuta questa giusta e doverosa opera di epurazione e raggiunte in tal modo la tranquillità del Paese e la concordia degli animi, il Trentino nostro riprenderà fiducioso e con animo forte il lavoro intenso necessario per il suo risorgere dopo le perdite inestimabili di vite e di beni.
LA LEGIONE TRENTINA
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