S’è studiato a scuola già dal tempo del fascismo e tutti in Trentino hanno sentito almeno una volta quella canzone chiamata “Inno al Trentino”, suonata spesso dalle bande locali e cantata nei cori di montagna e degli Alpini.
Per chi non la conoscesse, la riproponiamo qui al seguito, cantato dal Coro Valsella.
La storia ufficiale narra che il testo venne scritto dalla vedova di Cesare Battisti, la signora Ernesta Bittanti, e musicato poi da Guglielmo Bussoli nel 1915. Il testo descrive i caratteri paesaggistici, umani ed economici della terra del Trentino, con forti cenni patriottici all’italianità della popolazione e delle sue radici (su cui il Fascismo ha trovato terreno fertile) che hanno negli anni acceso polemiche, tanto che la seconda strofa spesso viene omessa.
Ma questa canzone è davvero frutto dell’estro della vedova Battisti o è una sorta di clamoroso plagio? Questa canzone infatti fa sì parte del DNA trentino, ma le sue origini potrebbero avere ben altra ispirazione.
Recentemente è stata scoperta da Osvaldo Tonina un’antologia di don Livio Rosa, profugo a Mühlhöffen in Boemia il 25 luglio 1915, tra i cui scritti c’è “L’Inno al Tirolo”. La sua Antologia venne occultata per paura che i fascisti la rinvenissero e la distruggessero (pratica ahimè consolidata nel Ventennio).
La scoperta svela il testo originale di una poesia che forse già esisteva in Trentino, che di seguito riproponiamo con le modifiche successive contrassegnate in rosso. (m.d.)
Testo Ufficiale Si slancian nel cielo le guglie dentate, O puro bianco di cime nevose, Un popol tenace produce la terra, O puro bianco di cime nevose... Custode fedele di sante memorie, O puro bianco di cime nevose... |
Testo Originale Si slancian nel cielo le guglie dentate, O puro bianco di cime nevose, Un popol tenace produce la terra, O puro bianco di cime nevose... Custode fedele di sante memorie, O puro bianco di cime nevose... |
Di seguito, altre canzoni tratte dall’Antologia di don Livio Rosa, raccolte da un opuscolo distribuito dalla Regione Trentino-Alto Adige.
Noi giuriamo al sorriso de la sorte:
Tirolesi, non temiam la morte!
Noi giuriamo al sorriso de la terra
Per servire a sta bella bandiera.
Sei bella o Tirolo
Del suolo natio!
Ricevi l’addio
Delle Alpi, o cacciator!
Fratelli corriamo, la patria ci chiama,
La Patria ci chiama il Tirolo a salvar
Sì, sì, il Tirolo, il Tirolo a salvar.
Marciam tutti, lasciamo le spose,
Su corriamo a la bella bandiera
Cinta di rose, di rose e di fiori
Che il martirio di sangue bagnò.
Evviva il sangue,
Chi l’à versato
Per la bandiera
Del bel Tirol!
Viva quel grande
Figliol di Passiria
Sempre stato il vincitor.
Ma i Tirolesi non sono scorati
Al sentire le trombe di guerra;
Ma i Tirolesi d’accordo gridaro:
All’armi, al sangue, all’armi sangue dello invasor!
Si sì cadrà, sì si cadrà, sì si cadrà!
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