L’associazione “I Recuperanti” in questo numero richiama l’attenzione dei lettori su un’importante ricerca che ripropone alcuni spunti di riflessione sulla storia locale.
Ve ne proponiamo uno stralcio tratto da “La valle di Primiero al tempo di Napoleone” di Franco Tauffer edito da Studio bibliografico Benacense - Riva del Garda nel 1957.
[…] All’inizio di marzo 1797 l’armata principale francese, forte di 35.000 uomini, stava schierata fra Brenta e Piave, mentre nel Trentino Joubert teneva la linea Lavis - Segonzano con 11.600 uomini. Altri 2.500 francesi erano accampati a sud di Lavis e 4.000 stazionavano nella Valsugana al comando del generale Baraguay - d’Hilliers. La ripresa delle operazioni francesi contro l’Austria ebbe inizio l’undici marzo. Il grosso doveva avanzare verso il Tagliamento, Massena aveva il compito di marciare da Bassano su Feltre e Belluno, rimontando il Piave e, appoggiato da Baraguay, battere il corpo austriaco di Lusignan, che trovasi a Feltre con circa 3.000 uomini, poi spingersi verso il Tagliamento, mentre Baraguay doveva successivamente penetrare nella Valle di Primiero e da qui avanzare in quella di Fiemme e proseguire in direzione Bolzano.
Il 10 marzo i francesi prendevano possesso di Feltre.
L’11 Massena batteva il corpo di Lusignan e il 13 lo distruggeva quasi completamente a Longarone.
Baraguay dal canto suo doveva portarsi coi suoi 4.000 uomini il giorno 11 in Primiero e colà rimanere a copertura del fianco sinistro dell’armata francese, fin a quando Massena avesse potuto riprendere la via del Tagliamento.
Joubert avrebbe dovuto soccorrerlo da Segonzano, qualora gli austriaci avessero tentato una marcia su Primiero provenendo da Castello di Fiemme.
Castello di Fiemme (da Valfiemme.com)
La lettera che Napoleone aveva inviato a Joubert a questo riguardo il giorno 11 marzo diceva testualmente:
«Si le temps le permet il est probable que nous serons demain 22 (ventose) à Bellune, Baraguay à Primiero, et, delà, Massena passera la Plave. Il faudra donc alors que la division Baraguay-d’Hilliers reste dans les environs jusqu’à ce que Massena ait repris le grand chemin d’Udine; il faut dès l’ennemi, a fin que votre droite, qui est à Segonzano, surveille les mouvements de l’ennemi, a fin que, s’il se portrait par Castello sur Primiero, vous puissiez faire un mouvement pour secourir Baraguay-d’Hilliers. Il est probable que cela, joint aux démonstrations de mouvements qui se feront sur Cadore, pourra déconcerter la contenance des ennemis, et qu’il vous sera facile de pénétrer par Castello et de vous avancer sur Bozen»
Baraguay però non poté mandare ad effetto il compito che gli era stato assegnato. In quei giorni infuriava sui monti di Primiero la tormenta e l’impresa era resa ancora più ardua dalla neve caduta in abbondanza proprio in quei giorni e dal cattivo stato delle vie di comunicazione, rese inaccessibili dai primierotti.
Questi infatti avevano minato gli accessi alla Valle, tagliato i ponti, costruito degli sbarramenti e dei fortini nei punti strategici.
Da un conto trovato nell’archivio comunale di Transacqua risulta infatti che nel periodo dal 20 novembre 1796 al 31 luglio 1797 la Comunità aveva impegnato 317 giornate a costruire fortini in Canale e 765 giornate a tagliare strade e fortificare lo Schenèr.
Fra le varie spese enumerate in questo conto figurano anche 300 fiorini, che la Comunità dovette spendere successivamente per ricostruire il ponte di legno al Pontet, «perché quando vennero i francesi in Schenaro furono con poco gusto tagliate le piante ossia travi».
Da ciò si può arguire che i francesi fecero qualche tentativo per aprirsi una via verso Primiero, ma che dovettero rinunciare a quest’impresa, che Napoleone aveva giudicata di facile attuazione. Fallito il tentativo, Baraguay ebbe ordine da Joubert di portarsi con le sue truppe in Val d’Adige.
La maggior parte degli autori è d’accordo nell’affermare che i fatti si svolsero nel modo ora descritto e che la mancata invasione di Primiero è da attribuire soprattutto alle sfavorevoli condizioni atmosferiche di quei giorni. Una voce discorde, quella dell’autore francese Derrécagaix, narra invece che le truppe di Baraguay e quelle del corpo di cavalleria del generale Dumas, rese disponibili dopo i successi francesi sul Tagliamento, avevano lasciato in quei giorni l’Alto Cismon per raggiungere Joubert attraverso la Valle di Fiemme (Letteralmente: “Ces troupes, devenues disponibles par nos succès sur Tagliamento, avaient quitté la Haute Cimon pour venir retrouver Joubert par la Val de Fiemme”).
Quanto dice questo autore non corrisponde a verità e la miglior riprova l’abbiamo in una lettera esistente nell’archivio comunale di Transacqua, inviata a Primiero dal dott. Pietro Zanghellini da Strigno, a quell’epoca deputato per le giurisdizioni di Pergine, Caldonazzo, Levico, Telvana, Castellalto e Ivano. Lo Zanghellini, che era in ottimi rapporti col deputato di Fiera, Angelo Michele Negrelli (1764-1851, il padre dell’ideatore del taglio dell’Istmo di Suez, ing. Luigi Negrelli) e con la Comunità di Primiero in genere, s’era assunto il compito di tener informati i primierotti su quanto avveniva in Valsugana.
Nella lettera in parola, indirizzata ad Antonio Sartori il 15 novembre 1797, lo Zanghellini chiedeva alla Comunità di Primiero un certificato di benemerenza per i servigi da lui resi a Primiero, ove, fra l’altro, è detto:
«Ella sa altresì quanto lettere e relazioni io mandai in Primiero durante l’invasione nemica per ragguagliare dello stato delle cose non senza mio grave pericolo, e guai se io fossi stato scoperto. Ma io Le aggiungo che io solo fui quello che dissuasi li generali Baraguay - d’Hilliers e Pijon dal mandar un corpo in Primiero quando li primi di marzo 1797 parevano intestati di mandarlo e si diressero a me per avere le più piene informazioni delle strade e delle situazioni, ed io feci loro conoscere che collo spedire le truppe in Primiero arrischiavano molto e non potevano guadagnar niente».
Non così disastrose dovevano essere invece le condizioni stradali da Primiero verso i paesi che conducevano nelle regioni occupate dagli austriaci.
Queste vie di comunicazione erano state tenute aperte al transito durante tutto l’inverno 1796-97. Dagli stessi conti, cui abbiamo fatto riferimento, risulta infatti che il 21 febbraio, il 2, 3, 18, 23 marzo 1797 i primierotti avevano varcato il Passo Rolle ed erano andati a Predazzo a prender pane rispettivamente con 28, 11, 24, 27 e 26 animali da soma, e che nel periodo 20 novembre 1796 – 31 luglio 1797 avevano fatto 581 “pioveghi” per spalare la neve lungo le mulattiere di San Martino e Cereda, 139 pioveghi per lo stesso lavoro ai passi del Broccon e di Sadole, e che il 2 febbraio avevano occupato 50 uomini e 2 cavalli per trasportare munizioni da Tesino in Primiero. […]
Il Presidente
Ilario Simion
Pubblicato su “Mezzano In-forma ”, dicembre 2004
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