6 Dicembre 2012, di P. Caroli, da associazionelatorre.com
Da chi fu liberata Trento? Secondo la storiografia ufficiale dall’esercito italiano. Una versione ora messa in discussione dallo storico tedesco Volker Jeschkeit: Trento fu liberata dagli inglesi. Conclusione che emerge da fonti storiografiche e dai diari del tenente inglese Mitch Williamson: «La divisione raggiunse Trento, ma dopo averla circondata venne ordinato di non entrare in città». Che fu «liberata» due giorni dopo dall’esercito italiano.Della liberazione di Trento da parte dell’esercito italiano hanno sentito parlare proprio tutti in Italia, anche quelli che Trento non sanno nemmeno dove sia ed è noto quanto la tematica sia ancora delicata e sensibile da noi. Eppure forse dovremmo ripensare molte cose sul novembre 1918 dopo aver visto l’intervista allo storico tedesco Volker Jeschkeit, che andrà in onda sabato su Raitre alle 12.20. Secondo la tesi di Jeschkeit infatti non sarebbero stati gli italiani a liberare Trento, bensì gli inglesi.
«Non si tratta della rivelazione di nuovi documenti trovati solo adesso - ci spiega l’ingegnere e saggista - ma di una conclusione che emerge da fonti storiografiche inglesi, pubbliche da sempre, anche se la maggior parte non disponibili in Italia. Questi fatti storici sono quindi conoscibili all’estero, ma qui non sono stati resi noti e non hanno circolato, non spetta a me dire se per dimenticanza o per precise scelte politiche».
Esattamente, quando arrivarono gli inglesi?
«In particolare dai diari della 48ª divisione di fanteria inglese, che a me piace definire “esercito dimenticato”, emerge come tale divisione avesse già accerchiato la città fra il primo ed il due novembre ed alcune pattuglie fossero riuscite a penetrare all’interno del centro storico. Intanto le unità inglesi della 143ª brigata fanteria avevano già liberato la strada ed occupato Caldonazzo e Levico, mentre la sera del due si spingevano verso Pergine e Civezzano».
E gli inglesi non entrarono in città?
«Alle 2 di mattina del 3 novembre il capo dello stato maggiore della 48ª divisione e il responsabile ufficiale del servizio d’informazione incontrarono a Trento i responsabili militari dell’alto comando austriaco della 10ª armata e chiesero la resa incondizionata degli austro-ungarici, essendo essi all’oscuro delle trattative per un armistizio fra Austria e Italia. Gli austriaci non avevano il potere di firmare una resa incondizionata, ma raggiunsero con gli inglesi un accordo scritto sostanzialmente equivalente: garantivano il libero accesso a Trento e non avrebbero più sparato. Questo incontro è confermato da diversi diari di ufficiali».
E cosa accadde poi?
«Nel diario del tenente inglese Mitch Williamson si legge: “la divisione raggiunse la città di Trento, capitale del Tirolo, ma dopo averla circondata venne ordinato di mantenere la posizione e non entrare in città. Due giorni dopo l’esercito italiano marciava fra musica di bande e colori ed essi entrarono in città come «liberatori». Una volta ottenuto l’accordo quindi, arrivò un ordine politico di bloccare l’occupazione di Trento. Nel giorno dell’armistizio, il comando del 6° battaglione della 143ª brigata inglese si trovava già stabile a Tavernaro e il comando del 7° battaglione a Civezzano».
Ma perché raccontare oggi questa vicenda?
«Ci tengo a chiarire che il mio lavoro non ha nessuno scopo di valutazione politica o di revisionismo, ma semplicemente ho voluto far conoscere dei fatti storici inconfutati e fino ad oggi dimenticati».Articolo su “l'Adige”
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