dal libro di P. Remo Stenico, Giangrisostomo Tovazzi da Volano
In data 20 giugno 1798 il Tovazzi inserisce nel suo Diario secolaresco una lettera contro Napoleone, che avrebbe potuto costargli cara se fosse stata scoperta dalla polizia francese. A prima vista sembra una lode a Napoleone, ma se letta a versi alterni risulta una accusa agghiacciante.
Per comodità del lettore sono messe in grassetto le righe dispari, che contengono l’atto d’accusa. Se le righe sono lette di seguito, contengono una lode sperticata al francese invasore.
Eccomi a darvi nuove del gran Bonaparte. Egli assa-
lì con sommo valore il nemico nelle parti d’Italia, lo vinse, e fu per-
sino proclamato, e conosciuto per tutta l’Europa, fu pareggiato ad un Ca-
millo, o Scipione, che avrebbe sconfitto gloriosamente lo stesso An-
nibale. Fu giudicato dal Direttorio Esecutivo per il più gran la-
borioso, ed instancabile guerriero del secolo, profondo d’ingegno, d’aspetto leggia-
dro, degno per questo di comandar ai Francesi. Ei seppe vincere, ed impo-
nere ai Tiranni condizioni umilianti. Seppe far da tutti ri-
verire l’Italia, innalzando le Insegne di Libertà. Rovesciò la vene-
fica influenza di un povero Aristocratico, e sostituì una bel forma-
ta Repubblica. Per questo solo fatto meriterebbe egli d’esser im-
mortale, mentre regnava in quei miseri sudditi un secreto foco ap-
piccato, unica causa della rovina di quel Governo. Amico siamo finalmente
felici. Senza l’Eroe-Buonaparte, noi eravamo di già tutti
precipitati, ridotti senza numerario, senza giustizia, in preda ad una
orribile tirannia. L’Italia governata dal Macchiavello sarebbe
nazione feroce, incapace di fede, ed umanità. Voglia Iddio pre-
munire il gran Generale, ed accrescer la sua forza, onde pre-
cipitare nell’abisso i Fabri di tante miserie, e voglia il Cielo pur egli col-
mare di gloria la generosa nazione Francese, che fece tremare, e stu-
pire tutti li suoi nemici, calpestatori della virtù, e della giustizia. Addio.
[Tovazzi G., Diario (1791-1802), MS 68, p. 1.978 Cft. anche Epistolario,
MS 56-62 lettera n° 2.914 dell’anno 1804,
dove qualifica come lettera ingegnosa quella rivolta a Napoleone]
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