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UNITÀ D’ITALIA - Strappati al Tirolo

senza alcun consenso

Da “Il Trentino” del 14 giugno 2011 a pag. 46

Il TrentinoQuest’anno ricorrono diversi anniversari; in ordine di tempo: i 500 anni del “Tiroler Landlibell”; i 150 anni dell’unità del “Paese che ci ospita”, i 50 anni della così definita “Feuernacht” o “Notte dei Fuochi”. Vorrei soffermarmi sul compleanno dei 150 anni dell’Unità che quest’anno compie lo Stato italiano. Stato che ci ospita a “pieno titolo” dal 26 settembre 1920. Quindi fatti i dovuti calcoli, siamo ospiti da 90 anni, otto mesi e qualche giorno... È chiaro a tutti che il Sud Tirolo, di cui il Trentino faceva parte integrante, è stato annesso all’Italia con la forza e senza nulla chiedere alle popolazioni residenti; non possiamo tacere e non ricordare i campi punitivi di Isernia, che il vincitore ha “regalato” a gran parte dei nostri reduci che tornavano sconfitti dalla Prima guerra mondiale, con ulteriore elargizione di crudeltà e morte. Come non rammentare la sistematica repressione di ogni istinto e tradizione tirolese, che ci ha imposto il Ventennio Fascista... Ventennio che ha sconquassato in un sol colpo, una struttura storico-culturale millenaria, lasciando fra le nostre popolazioni confusione e sul territorio simboli che una retorica post-fascista, ancora ai giorni nostri, tramite alcune associazioni di riferimento, onorano e festeggiano. A proposito di relitti fascisti, perché non proporre la storicizzazione del Mausoleo posto sul “Doss Trento”? Mausoleo eretto da mano fascista nel 1935. Edificato per onorare la figura di un irredentista, Cesare Battisti, già deputato nel 1911 alla Camera di Vienna e nel 1914 eletto deputato alla Dieta del Tirolo, giustiziato quindi per alto tradimento mediante impiccagione il 12 luglio 1916. Noi siamo gli eredi dei così definiti “Taliani ciapài col sciòpo”. Un modo di dire sintetico ma significativo, che rende bene l’immagine, con la quale i così definiti “liberatori”, evidentemente non troppo entusiasticamente accolti, ci hanno a suo tempo “battezzati”.

Giuseppe Corona
Landeskomandant Stellvetreter Wtsb
ed assessore Comunità di Valle “Valsugana e Tesino”

Non smetteremo mai di leggere e rileggere questa nostra storia così speciale, così unica, così piena di sfumature anche dolorose. Se oggi siamo quelli che siamo, lo dobbiamo anche ai contrasti, alle contraddizioni, al sangue, agli ideali e alle passioni di anni lontani, quando stavamo di qua e di là, in bilico sulla cerniera della Mitteleuropa.



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