Nato nel 1924 a Grigno (TN), dove risiede.
Intervista effettuata in Valsugana orientale
nel corso di una ricognizione alla ricerca
del vecchio confine fra regno d’Italia
e impero austro-ungarico, il 17 agosto 1999
«[...] Facevano i fruttivendoli, venivano da Bassano. Venivano su a prendere legna con delle “bare” (carrette a 2 grandi ruote) e portavano giù legna, portavano via fieno e noi li chiamavamo i italiani, e loro ci chiamavano crucchi, perché eravamo sotto l’Austria. Anche il mio cognome è tedesco: Heidenpergher, perché i miei antenati venivano da là.
Ai tempi di Mussolini, quelli che avevano lavoro statale e che avevano un cognome tedesco: «O cambiare il cognome o via dal lavoro».
Dei miei parenti, uno era in ferrovia e un altro nella Finanza e hanno dovuto cambiare il cognome. I nostri genitori, che erano contadini, sono stati chiamati in comune, dal segretario, dal podestà come allora dicevano... come adesso c’è il sindaco allora c’era il podestà. In comune hanno detto ai miei: «Dovete cambiare cognome», ma loro gli hanno risposto: «No, siamo nati con questo cognome e moriamo con questo cognome». Gli altri che invece lavoravano sotto lo stato hanno dovuto accettare e a uno gli hanno messo il cognome Moncalvo e a un altro Pascoli.
Qua a Grigno adesso ci saranno 1200-1500 abitanti. Nessuno ci vuole stare, è duro lavorare, ma una volta si adattavano (a lavorare la terra), come mi adatto io. Una volta si viveva con la terra e con i bachi da seta. I bachi da seta li tenevano ogni famiglia, giù nella campagna. Per ogni campo c’erano 25 piante di gelso, perché i bachi vivono con la foglia.
Per quanto riguarda il tabacco, qua a Grigno non c’era produzione, c’era solo qualche famiglia che lo teneva per sè. Anche noi lo facevamo, nascosto nei campi di sorgo.
Il tabacco era giù per la Valstagna, già in territorio italiano, e infatti da là lo portavano di contrabbando: «tabaco da tródi» noi lo chiamavamo. C’era contrabbando.
Contrabbando che partiva anche da qua. C’era una famiglia che aveva tre quattro muli e si portava su in Barricata, sull’Altipiano e portavano giù zucchero e tabacco. Questo avveniva prima della guerra quando ancora c’era l’Austria, perché poi questa famiglia si prese un mulino [...]».
Ringraziamo Camillo Pavan che ha raccolto questa intervista e ci ha concesso la sua pubblicazione. Per la versione integrale e le altre interviste vi invitiamo a consultare il sito e il blog dello scrittore.
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