Carlo nasce dunque il 17 agosto 1887 ed è il pronipote e successore di Francesco Giuseppe. Francesco Giuseppe aveva tre fratelli: Massimiliano, Carlo Ludovico e Ludovico Vittorio. Carlo Ludovico a sua volta ebbe tre figli: Francesco Ferdinando, quello che morirà a Sarajevo, Ottone, padre di Carlo, e Carlo Ferdinando. Ottone, padre di Carlo, sposa la piissima e cattolicissima Maria Giuseppina di Sassonia, una persona di grande fede. Spenderà la meta della sua dote per i poveri, dovrà lottare energicamente per ottenere da Francesco Giuseppe un’educazione cattolica per suo figlio Carlo. La camarilla voleva invece impartire a Carlo un’educazione liberale come quella che ricevette l’Arciduca Rodolfo, figlio di Francesco Giuseppe.
Carlo vivrà 35 anni, nei quali avrà otto figli da sua moglie, la principessa Zita di Borbone-Parma. Lei è figlia di Roberto, Duca di Parma, e di Maria Antonia di Braganza del Portogallo.
Governerà due anni, dal ‘16 al ‘18, passerà due anni e otto mesi in esilio. Da fine marzo del 1919 a novembre del 1921 in Svizzera, prima a Prangins, sul lago di Ginevra, poi a Wartegg sul lago di Costanza e a Hertenstein sul Vierwaladstättersee.
Nel 1921 tenterà due volte, incoraggiato da Benedetto XV, di restaurare la monarchia in Ungheria.
Falliti i tentativi, è mandato in esilio a Madeira, un’isola portoghese nell’oceano atlantico, a mille chilometri dalla costa.
Lì, il giovane Imperatore muore il 1° aprile 1922, derubato dal suo amministratore dei beni famigliari e dei gioielli che ha potuto mettere in salvo in Svizzera. Muore nella povertà, senza un soldo per pagare l’affitto e le cure mediche. Un’influenza spagnola con altissima febbre e polmonite sui due polmoni gli farà ripetere sul letto di morte: “Devo soffrire tutto questo per i miei popoli”.
Fu battezzato il 19 agosto 1887 da Monsignor Binder di St. Pölten nella cappella del castello di Persenbeug, dove è nato. Persenbeug si trova 90 km ad ovest di Vienna, sul Danubio. Lì riceve anche la sua prima educazione per trasferirsi poi nella Villa Wartholz. Nella Villa Wartholz, situata a 70 km a sud di Vienna, sono cresciuti e vissuti suo padre Ottone, suo zio Francesco Ferdinando, e anche il suo prozio Carlo Ludovico. La villa si trova a soli cinque chilometri da Schwarzau, residenza dei Duchi di Parma in esilio. Lì Carlo conoscerà Zita.
Un'altra villa, quella di Seebenstein, anche questa distante solo tre chilometri da Wartholz, era la residenza d’esilio dei Braganza, famiglia reale del Portogallo.
Altri cinque chilometri, e si arriva a Frohsdorf, la cosiddetta Versailles in esilio, la casa di Marie d’Angoulème, figlia di Maria Antonietta, dalla quale discende Enrico V, il conte di Chambord, pretendente legittimo al trono in Francia. Enrico V era zio e educatore di Roberto, Duca di Parma, padre di Zita. L’ambiente nel quale Carlo fu educato, era dunque un minimondo legittimista cattolico “reazionario”. È lì che l’Arciduca Rodolfo confida a suo zio Carlo Ludovico la faccenda che porterà al dramma di Mayerling, il presunto suicidio del principe ereditario. Solo nel 1983 l’Imperatrice Zita pubblicherà la verità su Mayerling, vale a dire l’assassinio di Rodolfo su ordine di Clemenceau. Ecco dunque l’ambiente nel quale cresceva Carlo. Un ambiente cattolico che aveva gia fatto l’esperienza di rivoluzioni ed espulsioni.
Come appare attraverso i filmati, Carlo aveva un carattere dolce, buono sensibile. Non era un carattere impetuoso, forte. Sin dalla sua più tenera età la sua autentica pietà è testimoniata da chi si occupava di lui. La marchesa Pallavicini, dama d’onore dell’arciduchessa Maria Giuseppina dichiarò:
“Tra le qualità d’animo del giovane Arciduca Carlo si nota la sua pietà sincera. Quando prega il suo volto diventa serio e raccolto.”
All’epoca aveva meno di sei anni. Un'altra dama d’onore, la contessa Goldegg nota che il piccolo, salendo le scale tenuto per mano da una donna di servizio estremamente corpulenta che fiatava e faticava, si stacca, gli sbarra la strada e gli dice: “ora basta, basta. Fermiamoci e riposiamoci un po’”. Non è la prova della santità ma dimostra questa bontà d’animo.
L’indole sensibile si manifestò ancora in un altro episodio che avvenne a Praga nel castello dello Hradschin, quando il padre Ottone vi era di guarnigione. Il piccolo Arciduca osservava come le guardie presentavano le armi ad un capitano qualsiasi, prendendolo per Ottone. Carlo se ne divertì e raccontò il fatto a suo padre. Su tutte le furie, il padre rimproverò severissimamente le guardie. Carlo ne rimase sconvolto. Non parlava più e implorava la mamma di convincere il padre a non punire le guardie.
A sette anni è sottoposto all’educazione del conte Giorgio Wallis, affiancato dal barone Matencloit. Riceverà l’insegnamento di una vasta cultura generale. Imparerà l’inglese, il tedesco, l’ungherese e il francese. L’educazione sarà abbastanza spartana. La giornata comincia alle sei con un bagno d’acqua fredda. Oltre che irrobustire il corpo, Carlo sviluppava una forza di carattere e di volontà che saprà manifestare nel corto periodo della sua vita.
All’età di nove anni il piccolo Carlo si preparava alla sua prima comunione. Questa volta suo padre era di guarnigione a Sopron, in Ungheria occidentale. Un domenicano, il padre Geggerle gli insegnava il catechismo. Si rendeva conto della serietà del bambino e della profondità delle domande che faceva. Siamo nel 1896. Carlo Ludovico, fratello di Francesco Giuseppe e padre di Francesco Ferdinando era appena morto. Durante la lezione di catechismo Carlo chiede a padre Geggerle.
“Chi sarà Imperatore”?
“Sarà Francesco Ferdinando, poi il tuo babbo e poi tu, rispose il padre”. “Oh no, no, no! Prima la mamma!”
“La mamma”, replicò il padre, “farà la reggenza ma tu sarai Imperatore”. “Padre, lasciamo e facciamo catechismo”...
In visita al convento dalle suore orsoline padre Geggerle racconta il fatto. Vi era in quel convento una suora, Madre Vincenza, di cui erano noti i doni sopranaturali. A sentir parlare del giovane Arciduca la suora ordinò che bisognava creare subito un circolo di preghiera per questo bambino che sarà Imperatore (siamo nel 1896, prima della profezia di San Pio X) e sarà la meta la più ricercata del maligno. Cosi è nata la “Kaiser Karl Gebetsliga” che esiste oramai in tutto il mondo, anche in Italia.
Andrà poi a scuola dai padri benedettini a Vienna, dove guadagnerà presto la simpatia dei suoi colleghi che lo chiameranno “arcicarlo”. Nel 1907 supera brillantemente gli esami di maturità. A Praga completerà la sua formazione con studi in materia giuridica, storica ed economica.
“Adesso ci aiuteremo a vicenda a guadagnare il cielo”
A 24 anni incontra la sua fidanzata, la principessa Zita di Borbone Parma. I fidanzamenti di questa coppia felice avvengono il 13 giugno 1911 alla villa delle Pianore a Lucca. Quest’avvenimento emozionò molto la giovane principessa che al momento di infilare l’anello di fidanzamento sul dito lo mise in tasca, dicendo: “Grazie”. Carlo, durante i festeggiamenti dichiarò alla sua fidanzata: “Adesso ci aiuteremo a vicenda a guadagnare il cielo”
Lo sposalizio invece sarà celebrato il 21 ottobre 1911 a Schwarzau.
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